La calcificazione alla spalla è un disturbo il quale consiste nel deposito di cristalli di calcio sui tendini dei muscoli della cuffia dei rotatori; il tendine più colpito è il sovraspinoso seguito da sottospinoso, piccolo rotondo e sottoscapolare.
La presenza di queste organizzazioni di calcio provoca infiammazione locale, dolore alla spalla e limitazione dei movimenti dell'arto superiore.
La calcificazione alla spalla è più diffusa nella popolazione adulta ed interessa soprattutto le donne tra i 40 ed i 60 anni. Altre categorie di persone particolarmente a rischio sono sportivi che sovra-utilizzano l’arto superiore, persone anziane e lavoratori impiegati in attività pesanti.
Le cause che portano alla patologia non sono del tutto note, tuttavia sono stati identificati dei fattori facilitanti per l’insorgenza di essa:
-Fattori biologici: stili di vita o patologie come ipertensione, diabete, alcolismo, fumo e vita sedentaria le quali possono condurre ad un deterioramento dell’articolazione della spalla.
-Fattori aggravanti e scatenanti: patologie autoimmuni, dismetabolismi del calcio, lesioni della cuffia dei rotatori, spalla congelata.
La calcificazione alla spalla viene diagnosticata per mezzo di radiografie o tramite un’ecografia ad opera dell’ortopedico.
Il disturbo può risolversi in modo graduale spontaneamente lungo un periodo di mesi o anni; tuttavia, il dolore alla spalla cronico può rendere necessario un trattamento.
Attuata allo scopo di risolvere lo spasmo della muscolatura, ridurre il dolore e prevenire la rigidità articolare; quando il dolore non è particolarmente intenso si ricorre alla terapia antalgica con farmaci antinfiammatori non steroidei.
Con l’obiettivo di sciogliere/ridurre/eliminare i depositi di calcio le possibilità di trattamento medico sono: onde d'urto, ionoforesi, ultrasuoni, laserterapia, lavaggio eco-guidato della borsa sotto-acromiale ed asportazione della calcificazione in artroscopia.
La terapia osteopatica inquadra la problematica delle calcificazioni nell’aspetto globale del paziente ed in tutti i sistemi che possono essere interessati durante l’esecuzione del movimento.
Il trattamento interviene sul sistema neuro muscolo scheletrico, sulla componente articolare, sul sistema fasciale, e sulla dinamica dei tutti gli altri distretti corporei in base alla diagnosi causale attribuita al gesto disfunzionale.
Il trattamento mira alla rimozione delle rigidità e ripristino della mobilità fisiologica dei sistemi, riprogrammazione dei patterns neuromuscolari complessi che controllano i movimenti delle strutture in oggetto, riequilibrio propriocettivo dell’area interessata e dei diaframmi principali con tecniche miste, riduzione delle disfunzioni vertebro-vertebrali e costovertebrali toraciche.
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