Dopo aver escluso altre patologie muscolari, neurologiche o scheletriche, sono due gli elementi che, una volta accertati, permettono una corretta diagnosi della fibromialgia (Research Laboratories Merck,2008):
- un'accurata anamnesi dalla quale si evinca che il dolore è diffuso simmetricamente e che perdura da almeno tre mesi;
- palpazione dei 18 punti chiave (9 + 9 simmetrici e contemporanei) detti tender points che nel malato fibromialgico risultano dolorosi in numero non inferiore ad 11.
In ultima analisi per diagnosticare la malattia di sindrome fibromialgica si ricorre ad una semplice considerazione: le articolazioni ed i muscoli fanno male, ma non si trova infiammazione come nel caso dell’artrite.
Frequentemente ai sintomi sopracitati sono abbinati sintomi minori quali: ansia, depressione, attacchi di panico, insonnia, meteropatia, alterazioni dell’equilibrio.
Insorge prevalentemente nelle persone di sesso femminile in età adulta (dalla seconda alla quinta decade, con picchi verso i 25-35 e 45-55 anni). La sensibilità al dolore, la facile stancabilità, portano la persona affetta da questa patologia a un isolamento nella vita lavorativa, di gruppo e affettiva, in quanto viene erroneamente valutata come "ipocondria" o esagerazione nel focalizzare i sintomi.
Terapia farmacologica, basata su FANS, miorilassanti e farmaci che potenziano l’azione della serotonina (prevalentemente antidepressivi).
Il trattamento è basato sulla rimozione delle rigidità e ripristino della mobilità: neutralizzazione dello stato di compressione, intervento sui due punte d’inserzione meningea, riduzione delle restrizioni di mobilità del complesso occipite-‐atlante-epistrofeo-mandibola, riprogrammazione dei patterns neuromuscolari complessi che controllano i movimenti delle strutture in oggetto, riequilibrio dei diaframmi principali con tecniche miste strutturali e di riprogrammazione, riduzione delle disfunzioni vertebro-vertebrali e costo-vertebrali toraciche.
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